
ESISTE LA NORMALITÀ ?
Non ci sono pazienti da curare, ma persone da riportare a se stesse.
Ognuno di noi è una sintesi continua di contraddizioni tutte da considerare, nessuna da escludere. Noi ed esse siamo la stessa cosa.
Per una persona, possiamo definire il proprio stato confusionale, uno stato di norma. Pensare, affermare e dire tutto e il contrario di tutto, esprime sia una condizione irregolare e regolare.
Percepiamo ed agiamo, pensieri, sensazioni ed azioni, con inesorabili turbamenti per le diverse ambivalenze, esse andrebbero accolte ed accettate per poterle cambiarle.
In realtà avviamo una danza tra affermazioni e negazioni , accettazioni e rifiuti con negoziazioni continue, tutto ciò accade in un balletto continuo mentale tra noi e gli altri.
Ci sentiamo smarriti all’ interno della nostra ambiguità, per un costante dialogo interno tra noi e il mondo.
Paradossalmente per ovviare alla solitudine, ci consoliamo, conformandoci e allineandoci agli altri.
Il conformismo e il compromesso che facciamo con il mondo delle relazioni, rappresentano il farmaco contro la paura di sentirci diversi e isolati, ragioniamo e decidiamo a vantaggio loro, con la conseguente frustrazione di rinunciare a noi stessi.
La solitudine è il vero incontro con se stessi e la sua sofferenza rappresenta l’appuntamento con la propria unicità e originalità, al quale vorremmo mancare, la solitudine è l’unico vero luogo di incontro con noi stessi.
La ricerca degli altri, come evitamento, della solitudine, introduce, alla necessità di conformarsi agli altri e al contemporaneo desiderio di isolarsi per la delusione che l’incontro con gli altri comporta.
Il compiacimento, il buon senso, la mediazione, il compromesso, rappresentano tutti la negazione e l’ alienazione di se.
I regolamenti e le leggi sono direttrici di conformità, omologazione sociale e di ordinamento del rispetto delle individualità .
Per rispettarci dobbiamo necessariamente essere omologati !?
Evitiamo la solitudine per fuggire i nostri fantasmi, andrebbe attraversato oltre il suo tunnel per ritrovare la nostra luce, integrando le nostre parti contraddittorie.
Ma in tal senso esiste un evidente contraddittorio anche in questa direzione: come può una norma omologante, promuovere l’ individualità, garantendo contemporaneamente il rispetto delle libertà e dei bisogni di tutti ?
Legiferare è molto arduo ed è una operazione molto complessa, così come è tanto più complesso mantenere la democrazia per tutti.
È molto semplicistico schierarsi a destra o a sinistra ed è del tutto scontato, ci si illude di appartenere ad una coalizione per garantire la propria individualità, ma . La vera promozione dell’ individualità risiederebbe in una democrazia garantista di ogni soggettività .
Una democrazia per quanto possa essere onnicomprensiva, nel senso di comprendere, esprimere e capire tutti, dovrebbe essere utopistica. Solo uno sforzo ed una visione utopistica, metterebbe in condizioni di cogliere lo spirito di ogni uomo.
La linearità e la conformazione agli altri è un atto di socializzazione. L’uomo è un contraddittorio continuo rispetto a se e rispetto agli altri, è questo che lo rende unico, diverso e qualificato. Sartre definisce l’uomo un inferno.
Pertanto dove è la normalità, se in ognuno di noi, nella nostra ambiguità e follia risiede la nostra essenza e il vero incontro con noi stessi ?
La normalità è il rispetto delle follie di tutti, perché in ogni nostra follia, piaccia o no,!c’è L’ UNICO, il totalmente altro, rispetto al mondo che ci circonda.
Se la patologia e la follia è malattia solo perché siamo tutti UNICI, allora la malattia e la normalità non esiste, sono definizioni semplicistiche ed obsolete, esiste solo L’ UOMO.
giorgio burdi
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