
Amare comunque
C’è qualcosa di silenzioso e potente nel modo in cui l’essere umano si scopre. Non è mai un evento, ma piuttosto un fluire: una lenta rivelazione, simile al modo in cui la luce filtra tra le tende in una stanza che credevamo buia.
Ho ascoltato voci che tremavano per la paura di spiegarsi nell’amore. Non perché mancasse il coraggio, ma perché spesso manca lo spazio. Lo spazio mentale, culturale, emotivo dove l’identità possa respirare senza doversi giustificare.
L’orientamento sessuale é il modo in cui l’amore prende forma in noi, come ci attrae e ci costruisce, anche quando ci ferisce. Ma soprattutto, è il modo in cui ci riconosciamo negli occhi dell’altro, o nell’assenza di quello sguardo.
Non ho trovato una definizione definitiva dell’accettazione, né una sequenza ordinata di fasi. Ho visto invece persone che tentano di venire a patti con un mondo che, ancora oggi, fatica a guardarle con occhi liberi. C’è chi si è accettato molto prima di essere accettato dagli altri e questa solitudine pesa. Altri invece non riescono a tollerare l’idea di essere “diversi” ma l’unica diversità é presente in chi non é in grado di comprendere l’amore, promuovendo guerra.
Si é sempre sentito che l’amore dovesse avere una forma unica e già nota, come quella delle fiabe. Accogliere significa, prima di tutto, permettere all’altro di essere senza paura di esser visto. In certi casi, il semplice dire “va bene così” ha sciolto nodi che anni di silenzi avevano stretto.
Ma cosa rende così difficile accettare l’altro, se non la paura di riconoscerlo dentro di noi? Forse è proprio questo che rende il lavoro dello psicologo così delicato e rivoluzionario creare uno spazio dove non sia necessario respirare con asfissia, dove le parole possano finalmente posarsi senza paura di rompere la superficie sottostante. L’identità non è un punto d’arrivo, ma un sentiero che si fa camminando. L’orientamento sessuale, allora, non è qualcosa da comprendere in modo analitico, ma da ascoltare come si ascolta una lingua nuova con attenzione, pazienza, e soprattutto rispetto.
Ogni persona che attraversa quel confine tra ciò che è atteso e ciò che è autentico sta compiendo un atto di straordinaria libertà.
valeria De Girolamo
tirocinante di psicologia presso lo Studio Burdi Università di Foggia
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