CREDERE IN SE
Quando avevo 6 anni, avevo già deciso che da grande avrei fatto l’archeologa e che mi sarei laureata a 24 anni e poi a lavorare.
A 14 anni, avevo già deciso che sarei andata in Cina e che avrei imparato questa lingua.
Perché la Cina? Perché è lontano da tutti e perché è diversa, ma soprattutto li, posso contare solo su me stessa.
E’ andando in Cina che sono il più cresciuta: il primo viaggio da sola, iscritta all’università cinese (quasi) da sola, dovevo incontrare gente diversa per non stare da sola in un paese cosi lontano da tutto e da tutti quelli che conosco. Incontrare gente nuova.
Contare solo sulle mie forze, la mia determinazione e la mia volontà. Sono la sola della famiglia a sapere parlare, leggere e scrivere in cinese.
Ho tre lauree specialistiche: una in archeologia cinese (con un soggetto di tesi molto originale e di cui ero la prima in Europa a discutere di questo soggetto: la via dell’anima nelle tombe reali e principesche della dinastia dei Ming); una laurea sull’insegnamento del cinese per stranieri (con tesi sul fumetto cinese) e un’altra laurea sull’insegnamento del francese per stranieri (con tesi sulla scrittura creativa e la doppia identità linguistica degli studenti cinesi). La prima laurea mi è piaciuta tantissimo e sono andata in Cina a fare ricerca sul terreno, con una piccola borsa di studio per la mia ricerca: pieni voti, tutto ottenuto da sola.
La seconda e la terza laurea: ho odiato farlo perché l’ho fatto per trovare lavoro e mentre lavoravo. Università e lavoro e famiglia: ero diventato un robot. Forte, inarrestabile. Fino a cadere. In depressione perché non era quello che volevo fare.
Volevo andare in Cina a studiare bene la lingua e la cultura cinese, forse integrando davvero un’università, come studente e non più come insegnante. Mi piaceva molto insegnare la letteratura francese all’università. Ma mi piacerebbe di più fare un dottorato in archeologia cinese.
Ora non ci posso più andare, perché la Cina è chiusa. Perché mi sono chiusa in Cina. Perché ho odiato studiare il cinese durante la mia seconda laurea. E soprattutto: avevo smesso di credere in me.
Ora, ho deciso di credere di nuovo in me stessa.
Ripasso per la sesta volta l’HSK 6? Ci riprovo. Non più per averlo e basta, ma per me, perché ora che ho iniziato a studiare di nuovo il cinese con piacere, mi diverto e ho voglia di ritentarlo. Durante la scuola obbligatoria e alcuni anni universitari, non sono mai stata bocciata ma ogni anno ho rischiato di esserlo. Perché non sono stata bocciata? Perché mi conoscevo abbastanza da sapere che se avessi ripetuto l’anno, non avrei ascoltato e avrei fatto altro.
A 6 anni, sapevo scrivere meglio in geroglifico che l’alfabeto.
A 16 anni, malgrado i miei gravissimi problemi di italiano, ho scritto delle poesie e ho pubblicato un libro e un lettore l’ho incontrato, per caso, in Cina e un altro romanzo è in preparazione (la bozza è in correzione).
Queste promesse le ho fatte prima a me e solo a me stessa.
IO nascerò per me sola ancora nascerò, alcun vento mi potrà più fare male, ormai affronto il mare… A che passo sono oggi? La conferma del vero me.
A tutti quelli che dicono « Non ce la farai mai” oppure che credono di sé di non essere abbastanza: piuttosto che guardare com’è bella, figa e soprattutto falsa la vita degli altri sui socia media, ed invidiarli: è meglio osservare e ricercare attentamente la causa scatenante dell’invidia e brama di ambizione scaturita dal “Perché lui/lei si’ e io no?” e cercare di imitare il loro percorso di riuscita e successo piuttosto che parlare bene e razzolare male e soprattutto sputare rabbia repressa di auto-commiserazione inutile e compiaciuto vittimismo.
Ricorda: C’è qualcuno che sa quanto vali, quanto sei grande e quel che è più importante: che ti ama molto moltissimo. Te stesso.
Amarsi è scegliere la vita che si desidera e le persone con il quale condividerla, è saper apprezzare la compagnia delle persone che riconoscono il proprio valore e con cui è piace
eva blasi
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