
Settimanale Psicologo Bari : DISPREZZO IL TEMPO Se ogni istante si disperde nel vento
Elogio del numero Uno
IL TEMPO PERDUTO
Se ogni istante si disperde nel vento. Elogio del numero Uno.
Disprezzo il tempo che passa, quello che perdo, un mancato appuntamento, un bidone, chi si ripete di continuo, chi è in stasi perenne e si intrattiene, chi non bussa alla porta e varca la soglia senza ritegno.
Disprezzo chi usa il telefono pressando, per farsi spazio nella vita altrui, chi è pretenzioso passando per santo.
Disprezzo chi scruta e sbircia tra le fessure delle tapparelle dell’ anima,chi ti guarda come un ladro, da sentirti violato.
Disprezzo chi sfiora o spia dentro, chi fa rafting di domande, e se rispondi ti senti svuotare,
perché nell’ Anima può entrarci chi ha un anima e chi ha un anima nemmeno prova ad entrarci, chi ha un anima si muove come la seta, come il vento che si fa tutt’uno ai capelli, così un’ anima si vede nell’altra.
Non apprezzo chi non chiede il permesso,chi non dice grazie o scusa,chi non vuole apparire, ma prende e chiede tanto, chi paracula con un bacio, uno smile un “ti voglio bene” o con un “caro fratello”.
Biasimo chi fa bel viso e cattivo gioco, chi gioca in maschera, a carte coperte, chi fa lo sbandieratore dei sentimenti e delle scelte altrui, chi parla ai quattro venti e usa le parole per lapidare, chi appare angelo e ruba pezzi di te, detesto chi è parente dell’ ipocrisia.
Non sopporto il pettegolezzo avvilente, che inquina l’ intelligenza, avvelena gli animi,
chi sporca il candore dei sinceri e degli onesti
ho repulsione per i sotterfugi, per chi, la “privacy”,è una sola parola anglosassone, per chi vive facendo tests, giochetti , strategie, ping pong di parole di pietra.
detesto chi sparla degli assenti, chi fa triangolazioni e costruisce enigmi.
Rifiuto ogni compleanno del pallottoliere, festeggiare il tempo che passa è una tristezza, specie quel tempo che si disperde come foglia al vento.
Non avere paure per il presente, guarda in faccia le paure, esse ci aiutano a e a crescere e a capire.
Le paure scoperte sono dei bui che diventano luce, esse ci rendono forti. Non lasciar entrare gli scassinatori del tuo tempo, i perdi tempo, i portatori di angosce.
La sana meta è proteggersi e cedere a chi ti custodisce, cela e si prende cura di te, per rendersi forti e invulnerabili.
Ogni giorno è festa per chi fa di ogni istante un pieno di significati, per chi entra nei dettagli e ne gusta i suoi sapori.
La festa è nell’ ordinario, se lo scegli, il tempo è tuo e non passa mai, e se è così meraviglioso vola, un solo istante diventa l’ eterno, fatto di sensazioni nebulose e di perle di parole.
Ogni attimo è una festa, come una matriciana ed un calice dei castelli, banchettando tra chiacchiere e risate da non stare nella pelle, assaporando ciò che viene, come un ricevimento divertente.
La musica è intorno adesso, non la devi inventare, la puoi solo ascoltare.
Fate oro del vostro tempo.
giorgio burdi
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Settimanale Psicologo Roma : LA VITA È PERFETTA CON L’ ERRORE
Apologia dell’ errore
LA VITA È PERFETTA CON L’ ERRORE
Apologia dell’ errore
Un bivio, due scelte, qualche metro, a destra, o forse a sinistra, contro sterzo, sinistra, destra, titubanza, non si sa come fare, dove andare, si sbaglia o è esatto, al centro lo schianto, virata, almeno si evita l’ impatto, se si sbaglia è meno peggio.
Evitare l’errore è un arte, ma è innanzitutto un non partire, è non arrivare mai al bivio, ogni bivio ha una nota di spavento, l’ orrido del nuovo, in quanto inesplorato, oppone resistenza.
Ma l’ errore è anche rovina, per poi ricostruire un qualcosa di più stabile. L’errore rappresenta un tratturo nella foresta della coscienza, verso la buia conoscenza, percorre la strada in ombra verso l’ illuminazione, oltre la logica.
Il nostro cammino è il luogo dell’ imparare continuo, tutto ciò che impariamo inizialmente è incerto e precario, è frutto di continue insicurezze, diventa tutto sempre più certo, col tempo.
La stessa ricerca scientifica, passa attraverso migliaia di tentativi ed errori, prima di giungere ad una idea sicura.
‘Il progresso è dato dal brancolare da un errore all’altro’. (H. Ibsen)
Un errore rappresenta la svolta per la vita. Le scelte migliori, si fanno dopo errori migliori.
È un paradosso.
Apprendiamo per prova ed errori, quanti scarabocchi abbiamo fatto prima di imparare a scrivere. Chi rimprovera un errore, nega di essere uomo. “Errare humanum est” ( Seneca )
L’errore è ciò che ci rende immancabilmente tutti simili.
“Chi è senza peccato, scagli la prima pietra” ( Gv 8.7 )
Effettuare una scelta, decidere, ci rende irrimediabilmente diversi.
Il nostro malessere è l’espressione del nostro modo unidirezionalmente ‘giusto’ di osservare ed intendere la vita.
Per cambiare è necessario discostarsi dal proprio baricentro di vedute, ci convinciamo attraverso le esperienze che conosciamo, ciò che non ci convince potrebbe invece essere la strada esatta.
Chi sbaglia, insomma, cammina, cresce, apprende dalle Sue cadute e va veloce, chi non sbaglia è a folle, è un perdi giorno, strombetta, romba, consuma pieni, ma non parte mai.
Il saggio è un esperto di errori non di consigli. È un saggio perché sa come sbagliare, lo sprovveduto è un perfezionista che non sbaglia mai strada, prende la solita, resta lì, è immobile e più resta irremovibile, più grosso è l’errore, perché sa di sapere. L’errore, più è meraviglioso, più arricchisce, più rende saggi
Tra immobilismo ed errore, l’errore pone pluri prospettive, dispiana nuovi orizzonti, verso crepuscoli conoscitivi, verso l’ inaspettato.
Lo sbaglio rappresenta un compromesso con l’ incoerenza.
L’ immobilismo propone ciò che è scontato, comune e solito, è un divieto d’ accesso al divenire, un giro giro tondo su asfalti in loop già percorsi.
Non esistono errori che non aiutino a crescere.
giorgio burdi
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Settimanale Psicologo Roma : QUANTI CARATI SEI
Le gemme luccicanti del Tuo tempo
QUANTI CARATI SEI ?
Le Gemme luccicanti del Tuo Tempo
Alle volte si percepisce la netta sensazione di perdere la propria collocazione, il proprio tempo, per situazioni intricate o accanto a persone ‘proprietarie’ , si avverte una percezione di impoverimento delle proprie risorse , del proprio pensare e parlare, delle proprie passioni e competenze, si avverte uno svuotamento di se.
Quando dedichiamo del tempo a qualcuno, in quell’ stante stiamo impegnando e dedicando la nostra storia, lì, c’è il concentrato di noi, tutto il film della nostra vita, impegnano, con la nostra presenza, non solo un pezzo del tempo di noi, ma la pizza del nostro lungo metraggio.
Peró è consuetudine affidarci a volte a censori, a negoziatori delle nostre scelte, ad addetti, fonici, al doppiaggio e montaggio di noi, che tagliano, mescolano, imbrogliano o imbrattano i nostri fotogrammi di celluloide emotiva.
Il nostro film prende un’ altra regia, il nostro, diventa il loro copione, la nostra scenografia, il loro habitat, un trapianto incompatibile di neuroni con i nostri flussi neuro biologici.
Affidiamo il nostro copione, da farci scrivere dentro, correggere in rosso con i loro errori, con commenti e scarabocchi isterici.
È una lotta per la libertà, riappropriarsi della propria trama. La qualità della vita e delle relazioni umane, ha senso solo nell ottica del rispetto e recupero delle rispettive trame e regie. Ognuno di noi ha il diritto inalienabile di direzione della sua regia, sulla scia del proprio flusso di tempo.
Per diversi la regia, è la regia sugli altri, espletando una posizione di spettatore burattinaio, sembra che tale ruolo si fondi sulla massima soddisfazione di interferire con la vita altrui, quasi a testimonianza del fatto che la propria, sarebbe priva di senso.
In assenza di questo ruolo manipolativo, sarebbero perduti. L’ altrui film, ha la firma e i loro titoli di coda, una vera e propria appropriazione indebita del copyright esistenziale.
Questo accade per propria responsabilità. Perché, piacciamo, senza piacerci, ci scelgono per le preziosità e la luminosità che non ci riconosciamo, amiamo, senza amarci, ci trovano, perché ci sentiamo perduti, siamo belle presenze ma ci sentiamo assenti. Avremmo bisogno di delucidarci, di lustrarci, di partire da se.
Gli altri non dovrebbero dare un senso alla nostra vita, ma noi a noi stessi, sempre e comunque.
Perdiamo la nostra lucentezza, perché ci mettiamo in ombra, viviamo all’ombra di qualcuno per metterlo in luce.
Quanti carati vali, e quanto può valere di più se non colui che valuta un valore ?
Per poter apprezzare le gemme del nostro tempo, bisognerebbe esserel’ orefice di se stesso e circondarsi di altrettanti orefici, più che di Arsenio Lupen.
Quale occasione migliore ci sarebbe difronte a chi disprezza, di cogliere in una tale occasione, una naturale selezione. In ogni nostro istante c’ è la sintesi di tutto il nostro film, impariamo a vedere alla nostra vita come ad un lungo collier di gemme luccicanti di tempo da tutelare e custodire gelosamente.
Se parliamo di Persone, non esistono semplici o persone complesse, profonde o superficiali, sane o in prede a malattie, ma, per quanto brutte o belle possano essere, incontriamo opere d’arti, per romantiche o drammatiche che siano, sono tutte candidabili all’ oscar. E se qualcuno beve alla nostra fonte dal collo della bottiglia, beve anche dal suo fondo.
Viaggiamo in continue sale cinematografiche, passiamo quotidianamente in rassegna in pluri multisale, la nostra vita è un continuo voyage da un Netflix, ed un Amazon prime, ogni volta che incrociamo una vita, incrociamo lo scorrere di una pellicola, guardiamo ed entriamo in un film, la nostra esistenza è un passaggio contiguo tra veloci fotogrammi intersecabili di storie umane.
Nel bene e nel male, relazioni umane avvengono attraverso scambi ed intrecci di fotogrammi che si intersecano, si confondono e dilatano in nuovi copioni e sceneggiature, con estremo scempio o maestria.
La confusione di fotogrammi intersecati ed incastrati, genera attaccamento e dipendenza, bisogno di ordine. Ogni dipendenza termina, sul recupero dei propri fotogrammi mescolati all’ altro.
Un dipendente è un mescolato ai problemi altrui, si rende assistente del suo cambiamento, presente, passato e futuro, è un accartocciato ai suoi fotogrammi, confuso nel film dell’altro, cooregista di un fallimento a quattro mani, pasticcione di un montaggio senza testa e né coda, cerca il proprio bandolo nell’altro.
Chi vive per altri, muore per se, chi è apparentemente altruista, gestisce. L’amore per se, per la lucentezza dei propri carati, diviene vero amore altrui.
giorgio burdi
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Settimanale Psicologo Roma : IL QUI ED ORA
Abbracciare il presente, per vivere Bene
QUI ED ORA
Abbracciare il presente, per vivere Bene.
Facciamo in modo di realizzare e di lasciare traccia e memoria del presente, sempre, non c’è nient’altro di così gestibile, modificabile, determinante e reale come il nostro presente.
Il passato è già determinato, immodificabile, subìto, determinante il presente prossimo. Un qui ed ora vissuto da presenti, determina un pensiero sereno sul passato. Il qui ed ora è l’ antidoto al rancore, al chi me lo ha fatto fare, al perché l’ho detto o perché non l’ho fatto. Allora eravamo assenti, o il nostro numero due predominante. Un qui ed ora non vissuto, determina pentimento, rimorso o nostalgia.
Tutto ciò che non è presente, è solo pensiero, interpretazione, proiezione, rimuginazione, ricordo, irrealtà, iperspazio, fade, fotografia fugace, tutto ciò che è andato, fumè.
Un istante prima che diviene già ricordo, a volte viviamo per archiviare non per vivere, facciamo molte più fotografie più di quanto vivere ed assaporare la diretta, viviamo in differita, sempre tutto dopo anche quando il dopo è adesso, viviamo spesso nella scia di un qualcosa che sta sfumando ma che è ancora presente, quasi per volerlo già dimenticare ed archiviarlo nel ricordo.
Se è stato denso quell’ intenso presente, lascia traccia solo se si è immersi nel suo senso.Abbiamo una speranza per stare bene, vivere con maggior consapevolezza il presente, perché tutto verrà allocato nel passato. Ma un buon ricordo necessita che ci sia l’obbligo di vivere uno straordinario ordinario ed eccellente presente.
Una rincorsa materialistica, per l’accumulo futuro, fa godere il presente ? il potere di adesso consiste nel fermarsi, fermarsi,f e r m a r s i per far caso e godere delle emozioni presenti, di una amicizia, degli affetti, che hanno il valore inestimabile perché non si possono comprare da nessuna parte, hanno lo stesso valore del nostro tempo, che non lo puoi acquistare da nessuna parte dell’universo .
Gli altri che incontriamo in ogni istante sono il presente, perché gli altri ci riportano alla realtà, per contro, esistono i pensieri, ovvero, i nostri ricordi, essi rappresentano la negazione di noi alla vita e la negazione degli altri.
Ció che ora abbiamo, è il senso di tutto, è l’ indispensabile, l’ unica cosa più importante ed assoluta, perché è tangibile , materia e anima stanno insieme, viverlo con densità ed intensità di forma lascia la traccia e la mappa dei piacere dei ricordi gradevoli.
Tutto diventa inesorabilmente passato, è rapido il passaggio, il tempo scorre rapidamente dal presente al passato come se spalassimo neve, abbiamo una sensazione di nevosi ed irrequietezza frenetica, ma ciò accade, solo perché il tempo lo contiamo, abbiamo una nevrosi del tempo che passa, ma in realtà esiste una sola dimensione e non c’è ne sono altre, non ci sono compromessi , è la sola entità tridimensionale, quella del qui ed ora, e non ce ne sono altre.
Siamo proiettati continuamente a fare click, foto per ripercorrere la mania del ricordo, più di quanto siamo immersi nel presente, perché in quel presente il più delle volte non ci siamo. Abbiamo bisogno di incantarci di più su di una foto, che sulla diretta emozione dell’ evento, tanto da dirci a volte, ma io c’ ero ? e dove ero ? ero a fotografare, raccoglievo ricordi senza ricordare se c’ero.
Questo è un meccanismo tale da formare personalità rmuginative, che sviluppano sensazioni di derealizzazione e paranoidee.
Le personalità a basso contenuto di nevrosi, sono quelle che interagiscono con la diretta, quelle ad alto rischio di nevrosi, interagiscono prevalentemente col passato e col futuro.
Vincolati al passato, realizziamo la palestra dei ricordi, la palestra dei doveri e dei rancori, sviluppiamo la competenza alla chiusura, all’ isolamento, perché il presente non si interferisca con chi si isola. Abbiamo la tendenza a fare questo, per via degli allenamenti continui in questa palestra .
Per questo amiamo la solitudine, riaggpmitolati nei vissuti, frenati nelle catene neuronali, in spazi inter sinaptici dove si è bloccata e scatenata la biologia del dolore o del piacere.
Vivere il passato è gettare nel cesso la propria vita.
Abbracciare il presente, per vivere Bene.
giorgio burdi
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Uno psicoterapeuta in sala giochi
Articolo sul bi-mensile Gioco News (Luglio-Agosto 2016) (altro…)
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Settimanale Psicologo Roma : LA CONSULENZA PER LE PATOLOGIE PSICOLOGICHE
Avvocato Pepe e l’ esercizio abusivo della professione di psicologo
LA CONSULENZA PER LE PATOLOGIE PSICOLOGICHE È RISERVATA AI PROFESSIONISTI ABILITATI: ALTRIMENTI SI INCORRE NEL REATO DI ESERCIZIO ABUSIVO DELLA PROFESSIONE
La Cassazione, con una recente sentenza , affronta il tema delicato dell’esercizio abusivo della professione nell’ambito delle patologie di natura psicologica.
Secondo la Corte infatti anche una semplice consulenza deve essere fatta soltanto da uno psicologo iscritto all’albo.
L’utilizzo di altre definizioni, simili a quelle di psicologo, non solo non ha valore legale bensì fa scattare il reato di esercizio abusivo della professione.
Nel caso in esame della Corte, il soggetto era stato condannato perché si era qualificato con la definizione di “psicosomatista di impresa” sul proprio sito internet.
Tutte le patologie di natura psicologica sono riservate agli psicologi in quanto sono molto rigidi i paletti posti dalla legge relativa all’esercizio della professione: è sempre necessario essere laureati e specializzati in psicoterapia nonché regolarmente iscritti al relativo albo.
Quindi la Cassazione ha confermato la condanna, per il reato di cui all’art. 348 cod. pen., per aver esercitato abusivamente una professione intimamente connessa con quella di psicologo, nonostante la ricorrente abbia sostenuto di aver esercitato, l’esercizio della distinta attività di counseling psicologico, sottratta all’inquadramento in un Ordine.
STUDIO LEGALE
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Il sesso? Uno straordinario farmaco naturale
Articolo sul mensile Vivere Light (Aprile 2016) (altro…)
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Settimanale Psicologo Roma : L’ ERETTOMETRO
Disfunzione erettile, è in circolazione ciò che cambierà la vostra relazione
L’ ERETTOMETRO
Disfunzione erettile ? È in circolazione ciò che cambierà la vostra relazione.
Uomini, è arrivato l’erettometro ! No, non fatevi ingannare dal nome, non troverete un prodotto elettronico o un sofisticato marchingegno per le nostre automobili in vendita su Amazon, Alibaba o altri siti di e-commerce.
L’erettometro non si vende né si compra, con l’erettometro si fa l’amore. Sì, avete capito bene: con l’erettometro si fa l’amore! No, non è un gioco erotico, né una bambola gonfiabile, ma una persona in carne ed ossa.
Quanti di voi pensavano di avere una fidanzata o una moglie da toccare, baciare e possedere e alla fine si sono ritrovati fra le lenzuola un erettometro? Se è successo anche a voi, beh, sappiate che non siete soli.
Ma come si comporta la donna-erettometro? La sua sensibilità acuta la porta ad analizzare con acribia scientifica ogni vostra reazione psico-motoria durante il rapporto sessuale.
L’erettometro adopera tutti i 5 sensi per riempire il proprio database: osserva i movimenti del partner, la sua capacità di interazione, come reagisce la sua pelle, quanto grida e quanto tace, e, cosa fondamentale, grazie a delle sonde nervose installate nelle mani e dentro la vagina e attraverso sofisticati sistemi comparativi e assonometrici, vaglia la consistenza della erezione penica, secondo una scala numerica (rinominata ironicamente sul web “scala Mercazzi”) che va da 1 a 5.
5 è il valore massimo: piena erezione, virile, debordante, appagante per i due partner, elemento imprescindibile per un coito che voglia dirsi perfetto, lo zenit dell’innalzamento penico.
4: livello standard, la maggior parte dei rapporti si svolgono a questo livello.
3: qualcosa non va, il rapporto viene portato a termine, ma le sonde nervose rilevano il problema che viene segnalato al partner, dopo l’orgasmo, dal vivo o tramite sms, ne consegue una critica comparata alla ricerca delle cause di questo inatteso indebolimento della consistenza penica.
2: panico generalizzato, l’erezione si perde in itinere, durante la fase preliminare dell’amplesso o nel mentre della penetrazione. L’erettometro percepisce e molto spesso non gradisce, il che implica una serie di reazioni più o meno scomposte (riportiamo di seguito le statistiche degli argomenti più adoperati in questo tipo di discussioni: 67% non ti piaccio più/ti sei già stancato di me?; 59% non sono abbastanza brava; 30% hai un’altra?; 12 % ti piacciono davvero le donne o sei gay?)
1 livello Caporetto (il giuoco allusivo è sadicamente voluto): non solo l’erezione non si verifica, ma stando alla testimonianza di alcuni uomini il pene parrebbe addirittura rimpicciolirsi! L’erettometro va in tilt.
Esistono svariati tipi di erettometro, tarati in modi differenti. Alcuni su richiesta possono fornire anche la media ‘stagionale’ del livello di innalzamento penico comparando i dati di ogni rapporto e i più sofisticati anche la ‘media per prestazione’, valutando l’oscillazione del valore numerico per tutta la durata del singolo rapporto. Si sa, la tecnologia fa passi da gigante.
Ora, alla fine del nostro discorso, è bene però fermarsi e porsi delle domande. Dov’è finito l’amore in tutto questo, la chimica, i profumi, gli odori forti, il rumore della pelle, le urla soffocate e poi liberate, il tremore del corpo, il sudore, la liberazione, l’appagamento, la pace?
L’erettometro analizza ciò che qualunque donna e uomo notano, dando a quelli che magari sono solo dei dettagli, il peso di macigni. Soffermarsi su questi dettagli avvia un meccanismo dal quale non è facilissimo slegarsi, trasformando ogni occasione intima in una frustrante e inappagante sessione d’esame, dove da un lato c’è un alunno in ansia e dall’altro un’ insegnante pronta a giudicare ogni passo falso, rendendo scontenti e insoddisfatti il primo, così come la seconda. Nella vita, gli esami non finiscono mai, ma forse sarebbe bene tenerli fuori dalle coperte.
La disfunzione erettile è un fenomeno di natura ansiogena ed è ben noto che chi non si sente preparato prima di un esame rischia di fallire proprio a causa dell’ansia. Il nostro corpo è una macchina quasi perfetta, ma noi non siamo delle macchine, siamo esseri umani: quello che ci circonda ci condiziona, sempre. Ricordiamocelo ogni tanto.
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Partecipazione a Uno Mattina su Rai1 (Puntata del 2 settembre 2015)
Puoi rivedere l’intervento del Dr. Burdi cliccando sull’immagine qui sotto.
L’inizio dell’intevento è al minuto 34:00
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NCS – LABORATORIO DI NEUROSCIENZE
Ti leggo in volto
Lo Studio BURDI
In collaborazione con il
” LABORATORIO DI NEUROSCIENZE”
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Ti leggo in volto
Cosa stiamo comunicando quando arricciamo il naso? Perché si sgranano gli occhi? Cosa significa aggrottare le sopracciglia? Attraverso il volto esprimiamo le nostre emozioni, ma non sempre è così facile decodificarle.
“Te lo leggo in faccia”, è un detto popolare. Capire invece con certezza gli intenti, i desideri e le motivazioni delle persone è una capacità meno comune che può però essere allenata grazie a NeuroComScience.
Il laboratorio è il punto di riferimento in Italia sulle tecniche di analisi scientifica del comportamento non verbale.
E non si tratta di fantascienza. Nel corso degli anni sono stati sviluppati da parte di numerosi studiosi diversi metodi e teorie sulla decodifica delle espressioni facciali e del linguaggio del corpo.
Strumenti innovativi e utilissimi in determinate professioni e anche nella normale vita di relazione. Una marcia in più che ancora pochi conoscono e che può fare la differenza in moltissimi campi, dalla selezione del personale al coaching, dalla psicologia alla vendita, dalla criminologia al marketing. E si integra molto bene con le tecniche della pnl.
Nell’ambito della selezione del personale, l’applicazione della tecnica di decodifica durante il colloquio migliora la precisione del profiling del candidato. Prezioso il contributo nel settore investigativo dove la tempestività è essenziale e permette di indirizzare le indagini verso un più rapido reperimento delle prove.
Una metodologia testata, che dà immediati vantaggi competitivi e consente un risparmio di tempo e di risorse.Una utile conoscenza per migliorare tutti i rapporti interpersonali, da quello tra moglie e marito al manager che gestisce azienda e personale: riuscire a controllare anche il proprio comportamento non verbale aumenta la comunicazione persuasiva e il consenso tra i propri collaboratori.
Il link del laboratorio NeuroComScience
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