
Empatia
Empatia
L’empatia è la capacità di sintonizzarsi con la sofferenza dell’altro, di sentirla vicino a sé e avere il desiderio spontaneo di fare attivamente qualcosa per placarla, diminuirla.
A livello neurobiologico, tale capacità è resa possibile grazie all’attivazione dei neuroni specchio, che giocano un ruolo fondamentale nell’aiutarci a vivere un’esperienza esterna come interna, come se fosse nostra.
Tuttavia, l’empatia non è una capacità presente in egual modo in ognuno di noi; questo può essere e difatti è spesso fonte di sofferenza per chi, in un rapporto interpersonale di qualsiasi tipo,ricerca una forma di empatia nell’altro che però non c’è.
Quando nell’ambiente familiare questa capacità manca, o è in qualche modo distorta, finiamo per essere vittime di grandi sofferenze, sentendoci non considerati, non graditi da chi ci ha messi al mondo.
Questa sofferenza mette le radici e col tempo ci può far ammalare, rischiando di entrare in un loop infinito di ricerca di relazioni basate sull’idealizzazione costante di una persona, in quanto speriamo sempre di trovare nell’altro tutti i pezzi mancanti e gli elementi di conforto che ci servono per sentirci meglio, per sentirci amati.
E’ fondamentale a questo punto ricercare quei pezzi mancanti nel posto più adatto, svolgendo quindi un percorso di psicoterapia.
Un buon terapeuta non viene definito tale solo ed esclusivamente per il percorso di studi fatto e i successi accademici, ma anche e soprattutto per la capacità di entrare in connessione e in empatia con i suoi pazienti, non sminuendone mai la sofferenza né tantomeno il modo in cui i pazienti cercano di placarla.
Andando in terapia, una parte di noi guarisce già dal primo momento in cui percepiamo questa empatia da parte di chi ha il meraviglioso compito di scoprirci e ricostruirci pezzo dopo pezzo, perché sappiamo di essere al sicuro;
e in quello spazio sicuro, possiamo finalmente smettere di sopravvivere e cominciare a vivere, liberi di essere visti, accolti e apprezzati per ciò che siamo.
Martina Cacucciolo
Tirocinante in Psicologia presso lo studio Burdi Università Statale di Foggia
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RELAZIONI AMBIVALENTI
Le relazioni con gli altri sono una parte fondamentale della nostra vita, e la qualità di queste relazioni influenzerà notevolmente la nostra salute mentale e il nostro equilibrio.
Dovremmo coltivare le relazioni che sono sane per noi, e che ci portano gioia, pace e tranquillità, e allontanarci da quelle che prosciugano la nostra energia. Tuttavia, ci sono alcune relazioni che non sono così facili da identificare, essendo sia gratificanti che dolorose per noi. Una frase che potrebbe descrivere tali relazioni sarebbe “ti amo e ti odio”.
Uno dei motivi principali per cui l’ambivalenza emotiva può essere così dolorosa è che cerchiamo di liberarcene. Cerchiamo di persuaderci che abbiamo solo sentimenti positivi o negativi verso qualcuno, ma questa è un’idea sbagliata.
Un chiaro esempio sono le relazioni familiari. In alcune famiglie, i genitori sono molto esigenti con i loro figli, che causa loro un’enorme ansia e problemi correlati. Un parente molto invasivo riempirà costantemente il bambino di rimproveri (non vestirti così, non ti sta bene, quella persona non va bene per te, dovresti studiare di più, non uscire oggi…) o di paragoni costanti con gli altri, ma allo stesso tempo usa la scusa “te lo dico perché ti voglio bene, e voglio il meglio per te” che crea una sensazione di ambivalenza nel bambino. “Mi fa male, ma perché mi ama”.
Un altro esempio familiare sarebbe il fatto che alcuni genitori fanno sentire i loro figli in colpa se escono troppo con gli amici, se iniziano a frequentare un ragazzo o lasciano il paese per un po’ di tempo per studiare, creando la concezione di “non divertirti, perché se ti diverti, mi lascerai”, creando nel bambino un sentimento di ansia e ambivalenza a causa dell’amore che provano per i loro genitori ma il desiderio di volersi individualizzare come persona.
Un altro esempio di rapporto nevrotico nelle relazioni di coppia sarebbe una relazione in cui uno dei partner non vuole compromessi, ma allo stesso tempo richiede costantemente l’attenzione del partner e si risente della frequentazione dell’altro partner. Tuttavia, quando si chiede più impegno nella relazione, io scappo. La frase sarebbe “Ci sto, non ci sto”.
Un modo per concludere queste relazioni nevrotiche sarebbe quello di imparare a identificare questi sentimenti di ambivalenza e porre dei limiti. Spesso è difficile perché queste relazioni abbassano l’autostima, ma dobbiamo essere consapevoli delle nostre risorse e imparare a usarle. La comunicazione è molto importante in tutte le relazioni, e farsi rispettare è qualcosa di fondamentale su cui dobbiamo lavorare se vogliamo mantenere relazioni sane e stabili in futuro.
— ESPAÑOL —
Las relaciones con los demás conforman una parte muy importante de nuestra vida, y la calidad de ellas influirá en gran medida en nuestra salud mental y equilibrio.
Debemos cultivar las relaciones que son saludables para nosotros, y nos aportan alegría, paz y tranquilidad, y alejarnos de las que drenan nuestra energía. Sin embargo, hay algunas relaciones que no son tan fáciles de identificar, siendo para nosotros tanto gratificantes como dolorosas. Una frase que podría describir este tipo de relaciones sería “te amo y te odio”.
Una de las principales razones por las que la ambivalencia emocional puede ser tan dolorosa es que tratamos de deshacernos de ella. Intentamos persuadirnos a nosotros mismos de que solo tenemos sentimientos positivos o negativos hacia alguien, pero es una idea errónea.
Un claro ejemplo son las relaciones familiares. En algunas familias, los padres son muy exigentes con los hijos, los que les causa una tremenda ansiedad y problemas relacionados. Un pariente muy invasivo llenará constantemente al hijo de reproches (no te vistas así, no te favorece, esa persona no te conviene, deberías estudiar más, hoy no salgas…) o constantes comparaciones con los demás, pero a la vez utiliza la excusa de “te lo digo porque te quiero, y quiero lo mejor para ti” lo que crea en el hijo un sentimiento de ambivalencia. “Me hace daño, pero porque me quiere”.
Otro ejemplo familiar sería el hecho de que algunos padres hacen sentir culpables a sus hijos si salen demasiado con amigos, si empiezan a salir con un chico o dejan el país por un tiempo para estudiar, creando la concepción de “no disfrutes, porque si disfrutas, me dejas”, creando en el hijo una sensación de ansiedad y ambivalencia por el amor que siente hacia sus padres pero el deseo de querer individualizarse como persona.
Otro claro ejemplo de rapporto nevrotico en relaciones de pareja sería una relación en la que una de las personas no quiere comprometerse, pero a la vez demanda constantemente la atención de la pareja y le molesta que salga con otras personas. Sin embargo, cuando tú demandas más compromiso en la relación, yo huyo. La frase sería “Estoy, no estoy”.
Una manera de acabar con estas relaciones neuróticas sería aprender a identificar estos sentimientos de ambivalencia y poner límites. A menudo es difícil porque este tipo de relaciones te bajan la autoestima, pero tenemos que ser conscientes de nuestros propios recursos y aprender a utilizarlos. La comunicación es muy importante en todas las relaciones, y hacernos respetar es algo fundamental que tenemos que trabajar si queremos mantener relaciones sanas y estables en el futuro.
Maria Luz Romero
Laureanda in Psicologia Clinica Universidad De Murcia Espana Tirocinante Erasmus presso lo
Studio BURDI