
Come tornare sempre a sorridere
LA REALTÀ È INFINITA E PIÙ BELLA, CHE PENSARLA
Come tornare sempre a sorridere
Abbiamo l’ inclinazione ad attribuire agli altri il nostro comportamento, il nostro pensiero ai loro pensieri, molto di tutto quello che noi siamo, pensiamo e quello che facciamo, non sarebbe loro, ma il nostro modo di esistere.
Serve identità e personalità per distinguere quello che noi realizziamo e facciamo, da quello che sono realmente gli altri.
Quando vediamo o sentiamo direttamente una persona ci rendiamo conto che nella realtà è completamente diversa, in senso lato, da quella che avevamo immaginato, fino a qualche istante prima.
Si avverte un cambio di scena, un calo del sipario, come dalla notte dei deserti, al giorno dei Caraibi, che delinea l’orizzonte tra l’ ombra e la fiducia, da imporre, come uno switch, il sereno e la bellezza.
Quando ascolti, vedi o tocchi con mano, si avverte un tutt’altro, migliorato, rispetto alle ombre delle idee.
L’ anti paranoia, viene agita, per esorcizzare le tensioni dei pensieri persecutori, o da fughe comportamentali compulsive, o da rituali magici automatici, nel tentativo di riscattare o pareggiare i conti con i pensieri temuti, secondo i quali l’ interlocutore sarebbe reo di un qualcosa.
L’ interlocutore potrebbe essere impeccabile, ma viene vissuto come penalmente perseguibile.
Il paranoico teme di essere sempre “tradito”, dagli amici, professionalmente o da partner,
e di conseguenza si organizza in strategie di difesa e di tradimenti reattivi, senza una giusta causa, rende pane per focaccia ad un soggetto che non c’è, inventato per qualcosa che è il nulla, allo scopo di attenuare la sua ansia persecutoria, da aumentare dopo i suoi sensi di colpa, per essersi macchiato di un reato, inutile in relazione alle sue fobie persecutorie.
Quello che temeva dagli altri, lo mette in scena di persona, perché il vero purgatorio alberga nella sua mente e molto lontanamente negli altri.
Così la realtà viene fantasmizzata e i fantasmi resi reali.
Soluzioni ? Entrare nella coltre di nebbia del pensiero persecutorio, parlandone approfonditamente con l’interlocutore prescelto, e attribuendo a se l’ inclinazione al pensiero ossessivo, attuando in questo modo, la cura.
Allora quando riusciamo ad essere nel mondo ? Poche volte, se viviamo sempre dentro di noi, privi di autentico confronto, ma la cura è
l’ acquisizione, non facile, della realtà.
I fantasmi ai quali ci affidiamo, ci rendono tristi, diffidenti, distanti e bui. Il sorriso, la risata e l’ ironia, denotano un atteggiamento e un grande senso di autentica e fresca libertà, di integrazione e di inserimento spazio temporale reale.
giorgio burdi
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